venerdì 6 aprile 2012

Matchups: Andrea De Nicolao "Credo nei playoffs con Treviso. La DNA? Perfetta per i giovani"


Intervista realizzata da Claudio Pavesi
Photo by www.benettonbasket.it

Ennesima esclusiva di Basketzone RTP, oggi vi regaliamo le parole di Andrea De Nicolao, playmaker classe 1991 della Benetton Treviso. Nonostante l'età, alle sue spalle ha già un'esperienza in DNA con Castelletto Ticino, diverse presenze ai playoffs di Serie A, una convocazione all'All-Star Game e un argento con la Nazionale ai Campionati Europei Under 20 di Bilbao della scorsa estate.


Quella di Treviso è una stagione molto particolare, dall'inizio del campionato avete cambiato 4/5 del quintetto base. Come membro della squadra squdra come hai vissuto una rivoluzione così estrema? Quanto è difficile ritrovare i meccanismi?
Non è stato facile, all'inizio avevamo cominciato con un tipo di quintetto che richiedeva meccanismi particolari ma poi è stato rivoluzionato tutto. In un periodo ci siamo trovati con la squadra decimata e dovevamo giocare una volta ogni tre giorno dividendoci tra campionato e coppa ma abbiamo stretto i denti e abbiamo cercato di gestire al meglio la situazione. Il coach ci ha aiutato molto con speciali sessioni di allenamento per migliorare la resistenza e l'intesa di squadra e ha saputo gestire bene i tempi di riposo di ciascun giocatore. Senza dubbio questo ci ha permesso di disputare un ottimo torneo anche a livello europeo.


Sempre a riguardo l'inizio della stagione come è stato giocare in squadra con 3 giocatori NBA come Jeff Adrien, Brian Scalabrine ed E'Twaun Moore?
Per tutti e tre era la prima esperieza in Europa quindi all'inizio hanno avuto qualche difficoltà ad adattarsi al nuovo ambiente e al gioco diverso da quello americano ma noi, come compagni di squadra, abbiamo cercato di fare del nostro meglio per farli sentire a loro agio dentro e fuori dal campo. Se vogliamo fare un bilancio finale, i 3 mesi che hanno trascorso a Treviso sono stati molto positivi sia per loro che per noi compagni di squadra.


Che prospettive avete con Treviso per il finale di stagione? Vi eravate prefissati lo stesso obbiettivo anche a inizio campionato?
Il nostro obbiettivo adesso è senza il minimo dubbio quello di provare a vincere le partite restanti e riuscire ad agguantare un posto ai playoffs, sappiamo che è difficile ma certamente non impossibile. A inizio campionato non avevamo un obbiettivo preciso, ci eravamo prefissati di fare bene e di crescere anche perchè non sapevamo come sarebbe cambiata la squadra in vista della fine del Lockout NBA e, essendo anche l'ultimo anno della famiglia Benetton, non sapevamo bene cosa aspettarci. La squadra è comunque competitiva e una qualificazione ai playoffs sarebbe una grande occasione per migliorare e per dimostrare una volta di più il nostro valore.


Riprendendo quello che hai appena detto, come vedi il futuro di Treviso visto il prossimo abbandono della famiglia Benetton?
E' un grosso dispiacere perchè per trent'anni Benetton è stato un marchio sinonimo di basket italiano. Il futuro purtroppo è molto incerto, non sappiamo se ci sarà un altro grande imprenditore intenzionato a prendere in mano la società, la speranza però è quella di continuare a vedere la Pallacanestro Treviso ad alti livelli. Ovviamente sappiamo che tutto non sarà come prima perchè Benetton è un nome troppo importante per essere facilmente rimpiazzato, a mio avviso è paragonabile solo alla Montepaschi.


Cosa vedi invece nel tuo futuro? Sappiamo che sei molto legato alla società trevigiano ma facciamo un'ipotesi per assurdo: resteresti a Treviso anche se ti offrissero un ruolo non da protagonista o preferiresti trasferirti in un'altra squadra disposta a farti giocare titolare quindi con più minuti?
In effetti ormai sono abbastanza di casa alla Pallacanestro Treviso. Adesso a stagione in corso non mi sento molto di parlare di futuro, preferisco pensare alla fine campionato comunque ci tengo a dire che sono davvero molto affezionato a Treviso, squadra con cui ho un contretto che devo e voglio rispettare. Ovviamente, come ogni giocatore, il desiderio che ho è quello di giocare molti minuti e di avere molte responsabilità ma queste non sono scelte che toccano a me, se voglio tutto questo devo solo impegnarmi e guadagnarmelo sul campo.


In questi anni a Treviso sei cresciuto molto. C'è qualche compagno che ti senti di ringraziare particolarmente per gli aiuti e i consigli ricevuti ogni giorno in allenamento?
Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco grandissimi campioni e di conseguenza ho cercato d prendere qualcosa da ognuno di loro. Sicuramente allenarsi tutti i giorni con Bulleri, Sani Becirovic e con un allenatore come Sasha Djordjevic non può che essere il massimo per un playmaker come me, questa è la conferma che Treviso è uno dei migliori posti per un giovane per crescere nel migliore dei modi.


A proposita della tua crescita come giocatore, se ti dovessi presentare ai pochi che ancora non ti conoscono, cosa elecheresti come tuoi punti forti e cosa come punti deboli?
Partiamo col presupposto che si può sempre migliorare in tutto ma allo stesso tempo ci sono cose in cui sono più sicuro. Un mio punto forte è la velocità, la transizione offensiva, volendo possiamo identificare il tutto come contropiede se vogliamo dirlo con una sola parola. La parte del gioco in cui devo migliorare è l'arresto e tiro ma ci sto lavorando.


Quest'anno sei stato convocato anche all'All-Star Game. Che esperienza è stata per te?
E' stata una bella esperienza anche perchè era la prima volta che prendevo parte ad un evento simile. Bisogna considerarlo un punto di partenza per continuare a fare bene così da essere convocato in Nazionale con costanza.
Photo by EfeDos / Aitor Bouzo


Importante nel tuo processo di maturazione è stata anche la scorsa stagione in cui hai giocato con Castelletto Ticino. Cosa ti ha dato l'esperienza in A Dilettanti? La squadra ha fatto molto bene e tu sei stato uno dei migliori play della categoria.
E' Stato importantissimo fare un'esperienza in una categoria inferiore ma composta comunque di giocatori "senior" perchè solo così si può imparare a gestire davvero un gruppo, cosa non facile considerando che la maggior parte della squadra è composta da giocatori più esperti. A Castelletto ho potuto avere tanti minuti, prendere decisioni importanti e tiri decisivi, è stato un anno molto positivo per la mia crescita, per la mia esperienza e anche per un aumento di fiducia nei miei mezzi. Successivamente ho scelto di tornare a Treviso per guadagnarmi gradualmente spazio così che un giorno possa esercitare in Serie A la stessa leadership che o sperimentato in DNA.


Quindi pensi che la DNA aiuti davvero i giovani a crescere?
Senza dubbio, penso sia un posto super per crescere e diventare giocatori migliori. In DNA il livello è molto buono e c'è un bel mix di giocatori giovani ed esperti, penso che tutti i giovani debbano fare un'esperienza simile alla mia, è davero utile. 


Parlando di giovani non è possibile non chiederti che ricordi hai dell'Europeo Under 20 dell'estate scorsa in cui hai vinto la medaglia d'argento con l'Italia. 
E' stato bellissimo perchè ha rappresentato il coronamento di 5 anni di tornei giovanili, 5 anni in cui avevamo sempre fatto bene ma non avevamo mai raggiunto la medaglia, prima di quest'estate infatti il miglior risultato era stato un quinto posto. E' stata davvero un'esperienza indimenticabile anche perchè la Nazionale Italiana è così tornata a farsi un nome dopo anni in cui è mancata un po' la tradizione, siamo riusciti a dare una scossa importante sperando che in futuro altri gruppi possano fare anche meglio di noi. L'under 18 è stata molto brava a conquistare il quarto posto ma vincere una medaglia è tutta un'altra cosa, sono certo che lo capiranno quando ne vinceranno una e non credo ci vorrà molto perchè accada.


Sei stato a lungo compagno di Alessandro Gentile che molti vedono come il prossimo italiano in NBA, lo vedresti bene oltreoceano?
Ale è un talento pazzesco e sono certo che questa esperienza a Milano gli sarà molto utile anche perchè ha la possibilità di allenarsi con un coach come Scariolo, uno degli allenatori migliori in Europa se non al mondo. Se continua così non ci vorrà molto prima che arrivi in NBA ma dovrà fare un passo alla volta, senza montarsi la testa. Dovrà essere umile senza mai pensare di aver già raggiunto grandi traguardi, dovrà sempre guardare avanti ma, conoscendolo, sono certo che lui stesso sia consapevole di questo. Se saprà mantenere questa mentalità non ci saranno limiti al suo talento e potrà raggiungere Bargnani Belinelli e Gallinari dall'altra parte dell'Oceano.


Sei giovane ma tra serie A e Nazionali hai potuo affrontare molti campioni. Qual è il giocatore più forte e immarcabile contro cui tu abbia mai giocato?
Il più forte che abbia mai marcato è senza dubbio Terrell McIntyre, un fenomeno in tutto: tiro da 3 punti, penetrazione, arresto e tiro, mano destra e mano sinistra. Mai visto uno così completo. Per quello che riguarda i giocatori di altri ruoli non posso non nominare Mirotic, è giovanissmo ma è un talento spaziale, nei prossimi anni sarà sicuramente protagonista in Europa o addirittura negli Stati Uniti.


Neanche a farlo apposta la prossima domanda lo riguarda. Come è stato marcare per una serie playoff proprio McIntyre, diventando anche noto per la tua palla rubata a metà campo? Abbiamo visto che persino su Facebook ci sono pagine dedicate alla tua rubata.
Sì è vero, nella serie contro Siena di due anni fa. E' stato un guizzo che poi è anche un mio marchio di fabbrica, forse sul momento mi aveva un po' sottovalutato, cosa che da quel momento non ha più fatto (ride). Poi lui è davvero una brava persona, ho avuto occasione di parlargli più volte e mi ha dato anche alcuni preziosi consigli.


Come è nostro solito chiadiamo anche a te di fare alcuni pronostici. Chi vedi come vincenti in Eurolega e in NBA?
Pronostici... (ride). In Eurolega a mio avviso il Panathinaikos è superiore a tutti, solo il CSKA può giocarsela allo stesso livello ma se proprio devo sceglierne una allora dico Pana. In NBA è difficile, normalmente avrei detto Lakers ma quest'anno è diverso, c'è Chicago che se la potrebbe giocare ma anche Miami e i Thunder non sono da meno. Per me vincono i Thunder. Molti dicono Miami ma io non credo si possa vincere un titolo NBA con due giocatori e mezzo inoltre ritengo che quest'anno Durant abbia fatto un ulteriore passo avanti e ormai è probabilmente il miglior giocatore in tutta la NBA.

Ancora mille grazie ad Andrea De Nicolao, ragazzo disponibilissimo e gentilissimo. Tutti i membri di Basketzone RTP gli augurano il meglio sia nella vita cestistica che in quella di tutti i giorni e ricordano a voi lettori di non allontanarvi molto dal nostro blog per avere sempre nuove interviste.

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