lunedì 2 aprile 2012

La scelta di Houston: Dragic o Lowry?

di Luca Ngoi

Photo by: cbssports.com
Nel momento dell'infortunio occorso a Kyle Lowry gli Houston Rockets pensavano di avere un grave problema. Il loro playmaker stava infatti mettendo insieme le migliori cifre della sua carriera (15.9 punti, 7.2 assist e 5.3 rimbalzi a gara), scatenando anche l'interesse di squadre come i Lakers, ma proprio sul più bello l'ex giocatore di Memphis si è infortunato, lasciando così scoperto il ruolo di regista. Guardandosi intorno ai Rockets rimanevano due opzioni: l'eterna promessa Jonny Flynn, subito accantonato, oppure lo sloveno Goran Dragic, che fino a quel momento usciva dalla panchina e aveva il compito di non sporcare il foglio combinando pasticci. Coach McHale si è dunque affidato al suo playmaker europeo, ma non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a fare i conti con un "problema" all'incontrario, legato all'abbondanza.
Dragic infatti ha preso le redini della squadra con una naturalezza sconvolgente e non si è fatto mettere sotto dalla pressione di dover guidare compagni più esperti e navigati di lui, anzi ha risposto stravolgendo qualunque tipo di attesa e nelle gare fin qui giocate in assenza di Lowry sta producendo 16.1 punti conditi da 9.6 assist, il tutto tirando con il 51.1 percento dal campo e con un apprezzabile 41.2 nella percentuale del tiro da tre. Cifre di tutto rispetto dunque, che ne farebbero un più che legittimo candidato per il ruolo di titolare, ma che allo stesso tempo non escludono l'ottimo pre infortunio svolto da Lowry. Houston sarà quindi chiamata in estate ad operare una scelta decisamente importante in virtù del contratto di Dragic, che vedrà la sua conclusione proprio a fine Giugno 2012 e che obbligherà la squadra a decidere se tenerlo, ovviamente a cifre maggiorate viste le prestazioni del croato oppure se privarsene puntando tutto sul comunque affidabile prodotto da Villanova University, il cui contratto invece è ancora garantito per le prossime due stagioni. Sul piano tecnico i due potrebbero anche convivere, e il ruolo di Dragic resterebbe quello di sesto uomo che però entra e non si limita a gestire la partita, ma la cambia imponendo una lettura diversa delle situazioni rispetto a quella del titolare, dato che nelle ultime partite ha dimostrato di trovarsi bene anche in un sistema che esalta il gioco in transizione e non solo a difesa schierata (del resto aveva già giocato un basket simile a Phoenix), ma tutto sarà nelle mani dei Rockets in estate, quando potrebbero trovarsi di fronte ad uno di quei bivi che può cambiare le sorti di una franchigia: affidarsi ad un usato sicuro o scommettere sul giovane rampante che se decidi di lasciar andare esplode facendo le fortune di un'altra squadra? A Houston l'ardua sentenza.

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